Recap: gennaio 2016

Gennaio è stato un mese ricco di CD molto interessanti: noi concentreremo la nostra attenzione su tre in particolare, vale a dire il magnifico “Blackstar” del compianto David Bowie; “Night Thoughts” dei veterani inglesi del brit-pop Suede e il ritorno delle Savages, le terribili ragazze britanniche eredi designate delle Sleater-Kinney. Ma andiamo con ordine.

David Bowie, “Blackstar”

Dopo la morte del Duca Bianco, “Blackstar” è stato da tutti visto come il testamento artistico di David Bowie; una sorta di ultimo regalo ai suoi fans. Ebbene, i segnali di morte imminente, a posteriori, erano ben visibili nei due video di promozione del CD, la lunghissima ode Blackstar e il pezzo molto radioheadiano Lazarus (li potete vedere qui e qui).

Musicalmente parlando, il lavoro è davvero pregevole: oltre alle già citate Blackstar e Lazarus, consta di altri 5 pezzi, nessuno dei quali superfluo o sgradevole. Bowie spazia dal jazz al rock sperimentale, passando per brani (come Girl Loves Me) dove ritorna alle atmosfere del suo periodo berlinese. Notevole anche Sue (Or In A Season Of Crime), grande brano rock d’antan. Insomma, un trionfo sotto ogni punto di vista: anche vocalmente il Nostro non sembrava per nulla provato o stanco, come invece poi abbiamo tristemente appreso.

“Blackstar” può dunque essere annoverato senza alcun dubbio fra i più riusciti lavori di Bowie ed è già candidato a entrare nella top 5 dei migliori LP del 2016. Senza dubbio in Paradiso si divertiranno con un musicista del calibro di David Bowie, uno dei grandi pionieri del rock e del pop anni ’70-’80, ma non solo. Addio, Maestro.

Voto finale: 8,5.

David Bowie

Un estratto del video di Blackstar, con David Bowie che impersona una sorta di profeta.

 

Suede, “Night Thoughts”

Si parla dei Suede ormai da 27 anni: la band inglese si è infatti formata nel lontano 1989, ma la qualità delle loro canzoni non è mai venuta meno. Tra i pionieri del brit-pop inglese, genere che poi ha visto affermarsi band fondamentali come Oasis, Blur e Verve, i Suede si sono sempre contraddistinti per l’oscuro fascino dei loro album, tanto da diventare simbolo del rock inglese più dark. Brett Anderson e soci, dopo la reunion del 2010, hanno pubblicato due ottimi lavori come “Bloodsports” (2013) e il qui presente “Night Thoughts”, due magniloquenti opere rock che nulla hanno da invidiare ai CD degli esordi dei Suede.

“Night Thoughts” è composto da 12 pezzi, con highlights assoluti come le iniziali When You Are Young (ricca di archi nell’orchestrazione) e la potente Outsiders, senza dimenticarci Like Kids. Interessante la scelta di riprendere When You Are Young in chiusura con la breve When You Were Young, a testimonianza che il modello erano i Beatles di “Sgt. Pepper”: non siamo arrivati a quei livelli, ovviamente, ma i risultati sono assolutamente accettabili.

In conclusione, un altro capitolo prezioso è stato aggiunto alla già ottima carriera dei Suede, uno dei gruppi più sottovalutati del panorama musicale moderno, ma capaci di regalare perle come questo “Night Thoughts”.

Voto finale: 8.

Suede

I Suede al completo: al centro il frontman Brett Anderson.

Savages, “Adore Life”

Le ragazzacce del punk inglese sono tornate. Tre anni dopo il fortunato esordio “Silence Yourself”, il gruppo femminile per eccellenza del punk (fatta eccezione per le veterane Sleater-Kinney) tenta di replicare la formula che tanto successo aveva riscosso con “Silence Yourself”: canzoni potenti, ritmo assillante e testi impegnati. Se nel primo LP erano privilegiati temi politici come il femminismo e la discriminazione tra uomini e donne in molti campi della vita, in “Adore Life” il quartetto ci parla a cuore aperto dell’amore e delle conseguenze (positive e negative) che esso ha sull’animo delle persone che ne sono colpite.

“Adore Life” regala così anche momenti più raccolti ed intimi: basti pensare a Slowing Down The World o Adore. Sono tuttavia i pezzi più potenti a lasciare il segno: The Answer e Evil, in particolare, hanno una base ritmica inconfondibile e una chitarra quasi shoegazing a tratti. Sad Person è altrettanto notevole, con un assolo alla The Edge che ricorda gli U2 di “The Joshua Tree”.

Il percorso di crescita delle quattro Savages continua dunque: se per certi versi era legittimo attendersi qualche novità, d’altra parte “Adore Life” non è assolutamente un album disprezzabile, anzi il contrario. Non ci resta che attendere il prossimo per dare un giudizio definitivo sulle Savages: per ora la promozione arriverebbe a pieni voti.

Voto finale: 7,5.

Savages

Le Savages, eredi del movimento riot grrl anni ’90, in cui spiccavano Hole e Sleater-Kinney.

 

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