
I Fleet Foxes al completo.
I Fleet Foxes sono un gruppo fondamentale per il folk degli anni ’10 del XXI secolo: pur avendo all’attivo solamente due album e un EP, la band di Seattle ha forgiato un sound perfettamente riconoscibile, a metà fra pop e canzone d’autore. Ripercorriamone insieme la carriera, con la speranza che la band torni a registrare nuova musica: il talento del gruppo americano è indiscutibile e noi, amanti della buona musica, apprezziamo album pregevoli come quelli dei Fleet Foxes.
“Fleet Foxes”, 2008
L’omonimo esordio viene pochi mesi dopo la pubblicazione del bell’EP “Sun Giant” (voto 8), che aveva fatto gridare al miracolo molti critici. L’attesa era spasmodica e i Fleet Foxes mantennero le attese: melodie subito riconoscibili; la voce di Robin Pecknold, unita ai cori di sottofondo, semplicemente divina; una copertina del CD davvero affascinante… Insomma, c’erano tutti gli ingredienti per uno degli esordi più dirompenti degli ultimi anni.
Brani belli non ne mancano: da Sun It Rises a Blue Ridge Mountains, passando per White Winter Hymnal e Ragged Wood, tutto gira a meraviglia. In poche parole: uno dei migliori album del 2008 e dell’intero decennio. Voto: 9.
“Helplessness Blues”, 2011
Replicare il successo di pubblico e di critica di un album di capitale importanza come l’eponimo esordio non era per nulla semplice, ma i Fleet Foxes con “Helplessness Blues” furono ancora più ambiziosi: canzoni arrangiate in maniera più ardita e spesso più lunghe che in “Fleet Foxes”, durata del disco che supera i 50 minuti…
In generale dunque un deciso passo in avanti, una sorta di disco della maturità. Anche i testi si fanno più complessi, affrontando argomenti scomodi come il trascorrere del tempo e la giovinezza che se ne fugge via. Joshua Tillman, che poi diventerà Father John Misty, aggiunge alle percussioni più energia, ma sono sempre i vocalizzi la parte migliore dell’orchestrazione nei Fleet Foxes.
Non tutto fila liscio, ma il risultato complessivo è apprezzabile: spiccano soprattutto Montezuma e Grown Ocean, non a caso prima e ultima canzone della tracklist. Interessanti anche The Plains/Bitter Dancer e The Cascades. Voto: 8.
Quello che più dispiace è che ad oggi i Fleet Foxes non siano più attivi da quattro, lunghi anni: Tillman ha lasciato il gruppo per perseguire la propria carriera solista, Pecknold ha finalmente preso la tanto agognata laurea… Speriamo che le vicissitudini dei vari membri siano finite: abbiamo proprio bisogno di un altro bel CD dei Fleet Foxes, i migliori emblemi del “folk dal cuore tenero”.
4 comments