Scheda: Lotus Plaza

lotus plaza

La formazione dei Lotus Plaza: al centro Lockett Pundt.

Lotus Plaza è il nome del progetto solista di Lockett Pundt, chitarrista dei Deerhunter. La produzione di Pundt solista si caratterizza per una grande attenzione alla parte melodica delle canzoni, creando un genere a metà fra indie rock ed ambient music. Analizziamo i CD dei Lotus Plaza uno ad uno, sottolineando come nei Deerhunter non vi sia un solo genio creativo (il frontman Bradford Cox), ma due.

“The Floodlight Collective”, 2009

The Floodlight Collective

E’ fondamentale inquadrare “The Floodlight Collective” nella carriera dei Deerhunter, il progetto primario di Pundt: era passato appena un anno da “Microcastle”, primo capolavoro della produzione “deerhunteriana”, e Pundt voleva creare musica per conto suo.

“The Floodlight Collective” non è un cattivo LP: è anzi raffinato e intrigante a tratti. Tuttavia, manca dei colpi di genio a cui i Deerhunter ci avevano abituato: le atmosfere ambient alla lunga risultano monotone, soltanto Quicksand e Different Mirrors colpiscono davvero l’ascoltatore. Malgrado la presenza del fido Cox, il CD non decolla mai, malgrado una qualità media dei brani più che discreta. Voto: 7.

“Spooky Action At A Distance”, 2012

Spooky Action at a Distance

Il secondo CD di Lockett Pundt a nome Lotus Plaza è un enorme balzo avanti rispetto all’opaco precedente lavoro: le melodie si fanno più convincenti e le rasoiate della chitarra di Pundt più efficaci. Inoltre, finalmente il chitarrista dei Deerhunter si sente a proprio agio nel canto. Non a caso viene dopo il secondo capolavoro della carriera dei Deerhunter, “Halcyon Digest” (2010) e poco dopo il bel “Parallax” (2011) di Atlas Sound, nome del progetto solista di Bradford Cox. Possiamo dire che le due anime dei Deerhunter hanno raggiunto il loro picco creativo in questi tre anni; e “Spooky Action At A Distance” non è da meno.

I brani ben riusciti non mancano: impressionano soprattutto Monoliths e Strangers, due bellissimi pezzi rock. Non sono da meno Jet Out Of The Tundra e Remember Our Days; la chiusura finale di Black Buzz ricorda addirittura Neil Young a tratti. Insomma, un trionfo: la definitiva affermazione del compositore Pundt e la dimostrazione del suo grande talento. Voto: 8,5.

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