
Una bella foto dei Killers.
I Killers, band losangelina nata nei primi anni 2000, ha all’attivo quattro album di pura nostalgia musicale: con uno stile che si rifà a Police, U2 e lo Springsteen delle origini, senza dimenticare i Queen, i quattro membri del gruppo sono assurti al ruolo di superstar mondiali, malgrado un ultimo album davvero debole. Ma andiamo con ordine.
“Hot Fuss”, 2004
Il primo album della band capitanata da Brandon Flowers può essere diviso in due parti uguali per numero di canzoni, ma decisamente differenti come qualità. Nella prima infatti sono posti alcuni dei più grandi successi dei Killers, facilmente rientranti nei greatest hits delle più belle canzoni del decennio scorso (bastano i titoli: Somebody Told Me, Mr Brightside e All These Things That I’ve Done). Poi nella seconda metà il lavoro si fa più prevedibile, ma la conclusiva Glamorous Indie Rock And Roll risolleva il voto. In conclusione: 10+7=8,5. Ecco la votazione finale del CD. Voto: 8,5.
“Sam’s Town”, 2006
I Killers, dopo un album osannato dal pubblico di mezzo mondo (meno dalla critica), spingono ancora di più il piede sull’acceleratore. Lo stile si fa ancora più pomposo e i quattro presentano una sorta di concept album su Sam’s Town, a cui il titolo allude. Non tutto è perfetto, ma colpisce la coesione sonora che pervade il lavoro. Gli highlights sono la title track, When You Were Young e Read My Mind, altro grande successo del complesso. Il voto non può che essere equivalente a quello del sottovalutato “Hot Fuss”: sono due album invecchiati benissimo, ancora oggi orecchiabilissimi. Non si può dire lo stesso di molti altri LP lodati a loro tempo dai critici… Voto: 8,5.
“Day & Age”, 2008
In un certo senso, “Day & Age” è un passo avanti importante nella discografia dei Killers: è il primo CD in cui non viene aumentato il tasso di sfarzosità delle orchestrazioni, quasi a voler tornare sì agli anni ’80 di Queen e co., ma con giudizio. Belle canzoni non mancano: tra di esse in particolare abbiamo Spaceman, la celeberrima Human e Losing Touch. Purtroppo, è proprio da questo terzo CD che inizia la (apparente) parabola discendente del gruppo. Voto: 7,5.
“Battle Born”, 2012
Dopo essersi presi una lunga pausa, i Killers tornano con “Battle Born”: un album dunque sull’energia e la voglia di vivere tipici degli Stati Uniti. Peccato che il loro album più americano sia anche un inatteso fiasco: nessun brano trascinante, troppe canzoni lunghe e monotone… Insomma, un fallimento vero e proprio. Si salva giusto il singolo Runaway, ma è troppo poco per la sufficienza. Speriamo che in futuro Flowers e soci tornino agli antichi livelli. Voto: 4,5.