
Alan Palomo, la mente dietro il progetto Neon Indian.
Il progetto Neon Indian è fondamentalmente l’idea di Alan Palomo, musicista di origine messicana autore di uno dei mix più intriganti sulla scena musicale moderna. Palomo mescola infatti funk, elettronica e musica chill-wave, arrivando a produrre canzoni gradevoli e molto “estive”, sulla scorta di Jamiroquai e Prince soprattutto. Ma andiamo con ordine.
“Psychic Chasms”, 2009
L’esordio dei Neon Indian è subito indicativo dei pilastri della loro produzione: canzoni orecchiabili e ballabili, synth molto in evidenza e la voce di Palomo a legare il tutto. Album breve, ma comunque interessante: tra gli highlights abbiamo Deadbeat Summer, Terminally Chill e la title track. Non male anche 6669 (I Don’t Know If You Know) ed Ephemeral Artery. Insomma, un CD che ha influenzato (e non poco) la scena dei primi anni ’10. Voto: 8.
“Era Extraña”, 2011
Dopo due anni, Palomo e compagni tornano con “Era Extraña”: un album più maturo del predecessore, ma anche meno immediato. Le sonorità si fanno più cupe e i ritmi meno ballabili; abbiamo comunque pezzi notevoli. Tra di essi ricordiamo Polish Girl, Hex Girlfriend e la trascinante Future Sick. Potremmo definirlo un album di transizione, ma potrebbe risultare ingeneroso: “Era Extraña” mantiene infatti alto il livello medio della produzione dei Neon Indian e varia il loro spettro sonoro. Cose non da poco. Voto: 7,5.
“VEGA INTL. Night School”, 2015
Quattro anni di silenzio hanno permesso a Palomo di assimilare ancora di più la musica dei maestri (su tutti Michael Jackson e Prince) e produrre così un LP davvero notevole. I richiami alla musica anni ’80 sono chiari, ma stupisce soprattutto la coesione (sia sonora che tematica) del CD. I beat non finiscono mai di fluire fino alla conclusione e Palomo narra storie di ordinaria criminalità nella Los Angeles del passato. Non tutti i brani sono perfetti, ma Annie, Slumlord e The Glitzy Hive non possono lasciare indifferenti. Il CD più vario dei Neon Indian è servito. Voto: 8.