
I componenti degli Arcade Fire: quello seduto è il cantante Win Butler, la donna è sua moglie Régine Chassagne: sono loro i due leader del gruppo.
I canadesi Arcade Fire sono tra le cinque maggiori rock band mondiali. Partiti da un indie rock con raffinati intarsi “classici”, hanno successivamente sperimentato differenti generi, passando dal pop barocco alla musica caraibica con grande disinvoltura. Analizziamone insieme la carriera.
“Funeral”, 2004
Molte parole sono state scritte sul magnifico esordio degli Arcade Fire: quello che noi umilmente aggiungiamo è che, probabilmente, “Funeral” è l’espressione più alta e riuscita dell’ondata indie rock di inizio millennio. Brani come Wake Up e Rebellion (Lies) sono ormai leggendari; i quattro Neighborhood sono profondi testualmente e bellissimi nella loro varietà compositiva. In poche parole, un CD fondamentale, che non smette di trasmettere messaggi universali al pubblico (accettare la morte, assimilare la scomparsa di una persona cara e la solitudine sono i temi portanti dell’album). Voto: 9,5.
“Neon Bible”, 2007
Tre anni dopo, il ritorno del gruppo canadese segna un netto passaggio verso un rock più adulto. Le sonorità si fanno meno trascinanti e più cerebrali; la voce di Win Butler cerca tonalità diverse. Di pezzi riusciti ne contiamo almeno tre: le potenti No Cars Go e Keep The Car Running e la più complessa Black Wave/ Bad Vibrations. Colpisce inoltre la coerenza sonora del CD, quasi a creare un concept album dalla spiccata religiosità. Insomma, un altro capolavoro. Voto: 9.
“The Suburbs”, 2010
Giunti al fatidico terzo album, gli Arcade Fire virano verso un pop molto più barocco dei precedenti lavori, con spruzzate di dance (come nella bella Sprawl II – Mountains Beyond Mountains). Il tema portante adesso è l’infanzia dei componenti della band nei sobborghi di Houston. Anche in “The Suburbs” pezzi riusciti non mancano: in particolare ricordiamo Ready To Start, We Used To Wait e City With No Children, tutti singoli estratti per promuovere il CD. Gli AF sembrano incapaci di sbagliare un LP: l’epiteto di “rock band migliore del mondo” pare essere meritato. Voto: 8,5.
“Reflektor”, 2013
“Reflektor” è senza dubbio il lavoro più ambizioso mai concepito dagli Arcade Fire: due CD, 13 brani totali e 75 minuti di lunghezza, brani che superano facilmente i 5 minuti di lunghezza (la conclusiva Supersymmetry arriva addirittura a 11!). Insomma, il rischio flop era davvero dietro l’angolo. Il tutto aggravato dal genere scelto: una elettronica ballabile venata di influenze caraibiche. Iniziano ad arrivare le prime bocciature dai critici, ma in generale la risposta (anche del pubblico) è positiva. Non tutto è perfetto: la monotona Porno è fuori fuoco, ad esempio. Tuttavia, va premiato il coraggio del gruppo nel voler sempre osare e prendersi dei rischi: capolavori come la title track (dove partecipa anche David Bowie) e Awful Sound (Oh Eurydice) sono manifesto di ciò. Voto: 8.