Ritorna la rubrica di A-Rock che si occupa degli artisti emergenti della scena musicale: quest’oggi ci concentriamo sugli Shame, un giovane gruppo inglese che suona un punk aggressivo ed efficace come raramente si era sentito negli ultimi anni.
Shame, “Songs Of Praise”
Il quintetto inglese potrebbe essere il nuovo volto del punk europeo: era da moltissimo tempo che non si sentiva un esordio così carico e compatto nel mondo punk, specialmente nel Vecchio Continente. In particolare, a colpire è la fiducia che gli Shame hanno nei loro mezzi: non c’è alcuna paura nel cambiare ritmo improvvisamente in una canzone, tantomeno nel corso del CD. Ne sono esempio Dust On Trial e Tasteless.
La voce di Charlie Steen, leader del gruppo, ricorda molto Archy Marshall: è come se King Krule desse libero sfogo alla sua vena rock, cercando contemporaneamente di imitare i Cloud Nothings o i Preoccupations. Da sottolineare poi il lavoro dei due chitarristi degli Shame, Eddie Green e Sean Coyle-Smith, che creano un “muro sonoro” davvero impenetrabile. I brani migliori sono Concrete, la più melodica One Rizla e la conclusiva Angie, che solo nel titolo ricorda il brano dei Rolling Stones. Donk, troppo breve, è il solo momento sotto la media, ma non rovina l’eccellente CD degli Shame. Anzi, l’insieme è un LP compatto e coerente, con pochissime pause per l’ascoltatore, come i migliori album punk.
Possiamo dire che il 2018 è partito splendidamente per il punk: sia gli Shame che Jeff Rosenstock, in questo meraviglioso mese di gennaio, hanno pubblicato dischi rilevanti, sia come canzoni che come testi. Non ci poteva essere inizio migliore per questo 2018. In effetti, anche “Songs Of Praise” affronta tematiche rilevanti, come la violenza sulle donne o il menefreghismo dell’Occidente per le sorti della parte più povera del pianeta, senza perdonare nulla, neanche a coloro che solo a parole supportano delle cause giuste: del resto, si chiedono Steen e compagni, se noi per primi non facciamo niente, come possiamo sperare che il mondo migliori?
Per concludere, un’ultima lode agli Shame: neanche Savages e White Lung, per citare due band punk molto rinomate di recente, avevano pubblicato esordi devastanti come “Songs Of Praise”. Abbiamo già un candidato alla top 10 dei migliori album dell’anno, poco da fare. Non resta che seguire l’evoluzione del complesso britannico: le premesse per un’ottima carriera ci sono tutte.
Voto finale: 8,5.
Se ne parla bene ascolterò!
Ti suggerisco The Institute
https://www.sacredbonesrecords.com/collections/institute
"Mi piace"Piace a 1 persona
Esordio fulminante ora al secondo album.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Ascolterò con piacere! Grazie del suggerimento 🙂
"Mi piace"Piace a 1 persona
Piacere mio. Sono molto DIY…
"Mi piace"Piace a 1 persona