La rubrica di A-Rock dedicata agli artisti emergenti oggi è dedicata a due figure del mondo hip hop: Slowthai fa parte della nuova ondata di rapper britannici; gli Injury Reserve sono invece un terzetto di rap sperimentale originario dell’Arizona.
Slowthai, “Nothing Great About Britain”
Il giovane esponente del grime, la corrente del rap più dura dell’hip hop britannico, con il suo album d’esordio “Nothing Great About Britain” si conferma una voce emergente del panorama musicale e un abile interprete dei drammatici problemi che pervadono la società britannica.
Già il titolo del CD anticipa i temi portanti del lavori: Slowthai denuncia l’uso della Brexit come arma di distrazione di massa, usata dai politici per coprire i problemi inglesi di inuguaglianza e responsabilità nell’incombente cambiamento climatico. In questa verve polemica nessuno viene risparmiato: i politici ovviamente sono i principali protagonisti, ma anche la Regina Elisabetta ci va di mezzo (nella title track Slowthai la chiama “fighetta” e afferma che avrà rispetto di lei solo quando la Regina rispetterà lui e i più poveri).
In altre parti i testi sono invece più rivolti a sé stesso: la personale Northampton’s Child narra le sue disavventure familiari: la morte del fratello per distrofia muscolare, poi il patrigno, prima minacciato (“You’re lucky I’m not as big as you. I would punch you till my hands turn blue”) poi, una volta che Slowthai e la madre vengono cacciati di casa, ignorato per lasciare spazio finalmente a una famiglia povera ma serena (“Now we’re living at Tasha’s. Funny how good vibes turned that room to a palace”).
Musicalmente, possiamo dichiarare serenamente che, assieme a Stormzy, Slowthai è la promessa più brillante del grime: come già ribadito, i testi sono duri ma efficaci, ma anche le basi non lasciano mai indifferenti gli ascoltatori. La trascinante Doorman è quasi punk, Gorgeous invece si rifà al soul; altrove troviamo basi che invece guardano con interesse alla trap, come in Grow Up. Insomma, una varietà stilistica notevole, che si abbina perfettamente alla personalità incendiaria di Slowthai, che anche dal vivo è davvero trascinante.
In conclusione, “Nothing Great About Britain” è un affresco tremendo ma veritiero della condizione attuale della società britannica: lotte di classe, crisi politica e lotta tra poveri sono temi a cui ora non pensiamo guardando al Regno Unito, ma Slowthai (e prima di lui atti punk come Shame e IDLES) ci presentano il tutto senza sconti.
Voto finale: 8.
Injury Reserve, “Injury Reserve”
Il terzetto statunitense, con l’album d’esordio, ha ottenuto senza dubbio il risultato di avere un’esposizione mediatica decisamente superiore al passato, anche grazie a collaborazioni di prestigio come Freddie Gibbs e JPEGMAFIA. I risultati non sono sempre convincenti, ma va premiato il coraggio di questi ragazzi.
La giustapposizione fra suoni spesso frammentari e cacofonici e ospiti di rilievo denota il doppio scopo degli Injury Reserve: rimanere altamente sperimentali cercando anche di fare breccia nel mondo mainstream. Un tentativo decisamente complicato, che a volte deraglia: le influenze dei Death Grips sono evidenti in GTFU, ma la canzone non è furiosa come i migliori pezzi dei “mentori” degli Injury Reserve. Altrove sono invece presenti chiari influssi di Earl Sweatshirt e Denzel Curry, come in Jailbreak The Tesla e What A Year It’s Been. Il buffo è che, accanto a pezzi così duri, abbiamo il pop rap di Gravy N’ Biscuits, che ricorda quasi Kanye West ai tempi di “Yeezus” (2013).
Liricamente, gli Injury Reserve si confermano eccentrici, ad essere gentili: del resto, loro hanno inciso in passato un intero mixtape in uno studio dentistico! Stavolta se la prendono con Elon Musk e la compagna Grimes (in Jailbreak The Tesla), ma anche con il mondo rap moderno, secondo loro sempre più omologato: un intero brano, la folle Rap Song Tutorial, è come indica il titolo una guida per comporre una qualsiasi canzone rap!
In conclusione, la dissonanza di molti pezzi farà piacere agli amanti del rap più d’avanguardia; dall’altro lato, pezzi più melodici come Gravy N’ Biscuits e la old school di Best Spot In The House attireranno gli ascoltatori più mainstream. “Injury Reserve” finisce per essere a volte troppo incoerente, ma se i giovani originari di Phoenix sceglieranno un percorso con decisione in futuro sentiremo sicuramente ancora parlare di loro.
Voto finale: 7.